- 21) SAN DONATO DI LECCE, L'ANTICA VIGLIANO (10)

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Cenni storici San Donato

Il Centro Storico

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Il Centro Storico, sviluppatosi a partire dall'XI secolo d.C., si colloca sul dorsone nord-est della Serra Salentina, successivamente al XIX secolo, l'abitato è andato sviluppandosi in tutte le direzioni, ma specialmente al fondo valle di nord-est per effetto della Ferrovia che vi giunse intorno al 1867.

Il paese è servito di stazione ferroviaria sulla tratta Lecce-Maglie.

 

L'antica Vigliano

Vigliano fu il nome che ebbe questo antico sito sin dall' epoca romana probabilmente derivatogli dal nome gentilizio VILIUS. Nelle carte catastali viene ancora oggi indicata con il nome di Vigliano, l'area compresa fra via Oberdan, via Aierelli e linea ferroviaria; l'area stessa è collegata al Centro Storico dalla via Vigliano, sulla quale fino al 1900 esisteva la Cappella baronale di Santa Maria di Vigliano.
Vigliano venne distrutta in epoca barbarica e risorse all'arrivo dei normanni con il nome di San Donato, in onore del Santo che si afferma sia stato il Vescovo di Arezzo nel IV secolo.

Gli Insediamenti Preistorici

Insediamenti preistorici nella zona sono testimoniati dalla Specchia megalitica, in catasto riportata al foglio mappale numero 9, sulla messeria del confine fra le particelle 47 e 48. 
Nello stradario comunale trovasi al termine della via Specchia, la particella mappale numero 49 che la separa dalla via Vicinale della Specchia. Il tracciato trapezoidale di quest'ultima via segue quello della muraglia messapica del 1000 a.C., alcuni tratti della quale esistono ancora oggi costeggiati dalla attuale via Salomi. La muraglia prosegue fino all'altroinsediamento umano preistorico di Specchiarosa.

L'Epoca Romana

L'epoca romana del primo secolo, e la precedente epoca messapica non ebbero soluzioni di continuità geografiche e umana. Lo testimonia appunto l'area archeologica fra le due specchie disseminata di trulli megalitici troncoconici del tipo dei nuraghe sardi, considerati dalla scienza patrimonio dell'umanità.
La Diga Romana resta però il segno più evidente di quell'epoca. 
I resti di essa sono ancora visibili sul costone della Serra in cima all'attuale via Fontana che prende il nome dalla fonte le cui acque raccolte nella diga vennero fatte scorrere fino alla Terra Centuriata, sede del Centurione VILIUS, per irrigarla a fini agricoli.

 

La Terra Centuriata

La terra centuriata di circa 50 ettari, comprendeva la fertile pianura fra la Serra e l'attuale Montefusco, subito a valle della Ferrovia, dove ancora oggi sono visibili i resti della muraglia settecentesca che ne delimitava il lato posteriore. 

Il lato anteriore coincideva con l'attuale via Corsica sulla quale ci fu la residenza romana, divenuta in seguito il castello normanno compreso nella Contea di Lecce.

Il castello venne ristrutturato e trasformato in Palazzo signorile dal Barone Pasquale Maiorana, detto il Caffariello, celebre musico e uomo ricchissimo, che acquistà il feudo e il titolo di Duca nel 1759.

Gli altri due lati della terra coincidevano con le attuali via Roma e via Vecchia per Lecce. 

Questa terra, nel secolo XIX venne coltivata a vigna e prese il nome di Vigna del Pozzo, in quanto vi si trovava il principale pozzo artesiano che d'estate dava un poco d'acqua al paese assetato.

 

Le Masserie

Le masserie superstiti dell'agro restano oggi le testimonianze più complete del risorto Casale dell'XI secolo. Esse sorsero in contemporanea con il Casale sulla Serra, e conservano, insieme alle strutture posticce, anche quelle originarie, fatte di pietrame informe e malta di bolo.

Perrone è il nome di una delle superstiti masserie del feudo e prende il nome della famiglia dell'Arciprete, che la possedette insieme al quarto di territorio feudale che va dall'abitato ai confini con il feudo di Lequile.
Questa Masseria esiste tuttoggi e conserva insieme alle strutture primarie d'epoca normanna, uno dei tre pozzi artesiani che dissetarono le estati sandonatesi fino al 1933, epoca in cui le acque della sorgente del fiume Sele vi giunsero tramite l'Acquedotto Pugliese.

Papa è un'altra delle masserie superstiti, archeologicamente interessante essendo di antichissime origini preistoriche
Prende il nome dalla famiglia che la possedette sin dal secolo XVIII e contiene uno dei due frantoi oleari ipogei ancora non distrutti.
Il secondo frantoio oleario ipogeo superstite trovasi sulla via Carsica, dirimpetto ad una delle tre Voreprincipali del paese che raccolsero e inghiottirono le acque piovane precipitanti dal costone della vicina Serra.

Masseria dei Preti è detta la terza delle masserie superstiti dell'agro. Trovasi alle spalle dell'attuale Cimitero, sulla via San Donato - Galugnano.

Di fronte ad essa c'era un'altro piccolo insediamento, da tempo cancellato, che catastalmente viene ancora oggi denominato Crociato.

La Chiesa Matrice

La Chiesa Matrice sorta nella stessa epoca normanna esiste ancora nelle sue strutture di base, e coincide con la Sagrestia del 1660 sovrastata dal campanile della nuova chiesa matrice, molto simile alla Chiesa dell'Addolorata in Maglie.

La nuova chiesa sorse dal 1610 al 1704; uno dei suoi artefici principali fu l'Arciprete Giovanni Francesco Perrone, dal 1647 al 1672. Egli abitava nella sua casa-masseria che venne in seguito inglobata nell'abitato e che fino all'anno 2000 è stata visibile, integra, al numero civico 97 di via Corsica.

In paese si chiamò Masseria Felici dal nome di uno dei proprietari, Felice Perrone, fratello dell'Arciprete.

 

Cenni storici Galugnano (frazione di San Donato di Lecce)

 

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Le origini si perdono nella notte dei tempi[1]: così l’Arditi “Credesi fondata dai Greci-Iapigi nell’anno del mondo 2000”.
Il Tasselli asserisce[2] “…Licio Idomeneo…. secondo il Galateo de situ Iapigie…edificò la bella città di Lecce nell’anno 2708 dopo la creazione del mondo” a questo si rifà il Prof. Saverio La Scorsa[3] “Odiato da tutti – Idomeneo - ….dopo vario errare toccò le coste della Iapigia dove fondò Lecce e forse anche altre città del Salento, come Castro, Galatina, Diso, Nardò, Soleto e Galugnano”. 
Giovanni Colella[4] invece sospetta: “…Quanto a Galugnano il paese è chiamato Gallunium in una carta greca del 1401…. Se da Gallunium si è fatto Galugnano, non è improbabile che Galunius (forse il bizantino FccXoòvto4) sia stato un nome greco.” Ed ancora, cavalcando la teoria che i casali col nome terminante in “ano” siano da  attribuire ai maggiorenti romani ai quali erano stati assegnati, asserisce che Galugnano derivi dal nome romano Galonius, e conclude dicendo che in altri documenti così è citato: Galugnanus (Archivio di Stato Napoletano), Colognano (Cinquecentesca carta Castaldina). 
Da aggiungere che nel cinquecentesco palazzo baronale una scritta estemporanea lo cita come Cainayanon. Termine usato in una sorta di dialetto grecanico?
Il suo stemma araldico vanta un gallo ardito posto su un ceppo di colonna sovrastato da tre stelle sfalsate a sei raggi, la centrale, più in alto delle altre due parallele, è una cometa. 
Così le successioni feudali: 1192 Tancredi d’Altavilla dona Galugnano a Giorgio Remanno. 1285, Carlo II D’Angiò lo assegna ai Dell’Acaya. Il 6.10.1621  Dell’Acaya passano la mano allo spagnolo Ramirez Dellanos, questi il 15/03/1621 vende la baronia al genovese Nicolò di Andrea Levanto. I Levanto a loro volta il 9/05/1695 rivendono all’illuminato nobile leccese Geronimo Massa. I Massa rimangono signori e padroni sino al 1810 quando i decreti napoleonici aboliscono le baronie, gli stessi decreti che aggregano l’Università di Galugnano a quella di San Donato di Lecce, tale aggregazione rimane sino al 1865 quando la ristrutturazione territoriale voluta dai Savoia con l’Unità d’Italia riduce Galugnano al rango di frazione di San Donato di Lecce[5].

Personaggi illustri.

Oronzo Massa, Duca di Galugnano, generale della Repubblica Partenopea, fatto fucilare dall’Ammiraglio Nelson il 14 Agosto del 1799. Il suo corpo fu appeso nel cortile della caserma del Carmine a Napoli. Così pregava i suoi giustizieri: “Fate in fretta che non ho tempo da perdere”.

Prof. Gino Dell’Anna, 2 Giugno 1930 – 23 Aprile 1961. Professore di Geochimica e Mineralogia presso l’Università di Bari, Direttore dell’Istituto di Mineralogia e Petrografia e del Dipartimento Geomineralogico. Scopritore, nelle grotte di Castellana, di un nuovo minerale: la francoanellite.

Tra i personaggi importanti nativi del piccolo centro, vanno ricordati Donato Dell’Anna, che visse tra il XVIII ed il XIX secolo divenendo amatissimo e stimato sacerdote, e Paolo De Santis. Anch’egli visse nello stesso periodo e, dopo essersi laureato in medicina , fu un apprezzato medico, molto richiesto in tutto il Salento.

Chiese e monumenti

 

Di particolare interesse storico-artistico risulta il Palazzo Baronale, risalente al XVI secolo. Molto numerosi sono gli edifici sacri, tra cui spicca la Chiesa Madre. Riccamente decorata appare la Chiesa dell’Annunziata, edificata nel XVII secolo. Nella Cappella di Santa Maria della Pietà vi è una splendida tela, raffigurante la Crocifissione. Tra le altre, vanno ricordate la Chiesa della Madonna della Neve e la Chiesa di San Nicola.

Particolarmente suggestivi, seducenti e ricchi di storia sono alcuni monumenti di Galugnano che occorre necessariamente visitare come i Menhir o Pietrefitte: monumenti megalitici che attestano la presenza dell’uomo fin dagli albori della civiltà. In paese ve ne sono due: il Menhir “Curti ecchi” e il Menhir “delle Lete”.

Chiesa Maria SS. Addolorata detta anche Madonna della Pietà: situata all’ingresso del cimitero fu costruita nella seconda metà del 1600 sui resti di una cripta preesistente risalente al 1400.

Chiesa di S. Maria della Neve: cappella suburbana denominata anticamente “S. Maria de li Pisanei” per via di una vicina masseria che porta tale nome. Composta da tre ambienti risalenti ad epoche diverse, la costruzione del primo nucleo in stile romanico risale al XIV sec. All’interno sono presenti splendidi affreschi di epoca bizantina.

Chiesa dell’Annunziata: splendido monumento del barocco salentino presumibilmente risalente al 1665. Secondo lo storico Michele Paone, progettista della Chiesa potrebbe essere stato il grande Maestro del Barocco di Terra d’Otranto: Giuseppe Zimbalo.

Chiesa Matrice: eretta sulla vecchia Chiesa e inaugurata nel 1955, presenta dei pregevoli portoni di bronzo realizzati dal Parroco Pasquale Caputo. Palazzo Dellanos: situato nel centro del Paese l’imponente monumento fu costruito nella seconda metà del XVI sec

 



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